Con queste due giornate l’Unità operativa di neonatologia si impegna a facilitare l’ingresso dei familiari dei piccoli pazienti introducendo sperimentalmente una nuova modalità di accesso ad orari prestabiliti, molto meno vincolata di quella attuale. L’obiettivo è quello di adottare stabilmente, in tempi brevi, l’ingresso libero dei genitori. Già da tempo, nell’area meno critica quale la sub-intensiva, l’ingresso dei genitori è modulato ad orari più flessibili. Partendo da questa area, a piccoli ma significativi passi, anche la terapia intensiva neonatale (TIN) diventerà il luogo dove i genitori potranno rimanere stabilmente vicino ai loro figli.
I vantaggi derivanti dal rapporto di vicinanza in ospedale tra i genitori e i loro neonati sono stati evidenziati da numerosi studi scientifici sia nazionali sia internazionali.
L’instaurarsi di interazioni precoci ed efficaci tra il piccolo paziente e le figure affettive di riferimento costituisce un elemento protettivo per il suo sviluppo cognitivo, emotivo e linguistico e la vicinanza stretta e continuativa dei genitori allevia e contiene lo stress del neonato prematuro. Inoltre, le famiglie che possono accedere liberamente nelle terapie intensive neonatali vivono più serenamente l’esperienza del ricovero, il rapporto con i professionisti sanitari risulta migliore e imparano prima a prendersi cura del proprio bambino.
Anche la Società italiana di neonatologia si è espressa in tal senso attraverso l’elaborazione, nel maggio 2016, del documento «Promozione dell’uso del latte materno nelle unità di terapia intensiva neonatale e accesso dei genitori ai reparti» con il quale raccomanda di favorire l’ingresso dei familiari nelle TIN sensibilizzandoli altresì sui vantaggi dell’allattamento materno e della vicinanza dei genitori per la salute del neonato, sia dal punto di vista psico-affettivo sia nutrizionale. (cs)