
Nel suo intervento, il presidente ha voluto ricordare il significato storico e civile del 25 aprile, sottolineando come la Liberazione del 1945 abbia rappresentato non solo la sconfitta del nazifascismo, ma anche l’avvio di un processo di riscatto e ricostruzione democratica per l’intero Paese.
È stato ricordato il contributo dato alla Resistenza anche dal Trentino, che visse con particolare intensità gli ultimi drammatici giorni della guerra, tra cui la battaglia per la liberazione di Riva del Garda e le stragi in val di Fiemme, avvenute dopo la fine ufficiale del conflitto.
Il governatore trentino ha poi voluto rendere omaggio a tutte le testimoni e i testimoni di quella stagione, e ha ricordato in particolare la figura di Renato Ballardini, partigiano e figura chiave nel secondo dopoguerra, tra i protagonisti del percorso autonomistico trentino, mancato lo scorso febbraio.
Un passaggio centrale del suo intervento ha riguardato proprio l’autonomia speciale del Trentino, vista come frutto diretto di quella stagione storica. Il presidente ha evidenziato come le lotte per l’autogoverno, ispirate ai valori della Resistenza, furono una risposta democratica al centralismo imposto dal regime fascista. Ha citato, tra gli altri, il movimento ASAR e il manifesto del 1944 di Giannantonio Manci, che coniugava autonomia e libertà politica.
Infine, un passaggio sulla necessità di riflettere sull’attualità dei valori di quella stagione storica, sottolineando la responsabilità di chi oggi è chiamato a governare nell’adoperarsi per la pace - ricordando il messaggio di Papa Francesco -, per la difesa delle istituzioni democratiche e per la valorizzazione delle autonomie locali.
In questo senso, il presidente ha richiamato l’esistenza di un patrimonio comune che si riassume nel 25 aprile e che muove, non solo simbolicamente, da quella fondamentale giornata: il referendum del 2 giugno 1946 per la nascita della Repubblica e l’elezione dell’Assemblea costituente, l’approvazione della Costituzione e, nel febbraio 1948, l’entrata in vigore dello Statuto di autonomia del Trentino-Alto Adige/Südtirol, in seguito all’Accordo di Parigi del 5 settembre 1946: un percorso che - è stato ricordato - può essere inteso come un “ottantesimo lungo”, che deve accompagnarci nella riflessione sui tempi attuali.
Il programma della celebrazione - promossa dal Comune di Trento e dal Commissariato del Governo, con il supporto del Comando Truppe Alpine - ha preso avvio con la celebrazione della Santa Messa nella chiesa di San Francesco Saverio, seguita dal corteo commemorativo e dalla deposizione delle corone alle lapidi di palazzo Thun, al monumento ai Caduti in piazza della Portela, alla targa dedicata agli Internati militari al palazzo della Provincia in piazza Dante, alla targa in memoria di Giannantonio Manci in galleria Partigiani e alla targa in memoria di Mario Pasi in piazza Pasi.
La cerimonia si è conclusa con la commemorazione ufficiale al Teatro Sociale, con gli interventi - oltre che del presidente della Provincia autonoma di Trento - del sindaco di Trento, del vicario del commissario del Governo per la provincia di Trento, Massimo di Donato, del presidente di Anpi del Trentino Mario Cossali, del direttore della Fondazione Museo storico del Trentino, Giuseppe Ferrandi.
Qui l'intervento del presidente della Provincia autonoma di Trento per le celebrazioni dell'ottantesimo anniversario della Liberazione.