
Un tema centrale della serata è stato il ruolo delle istituzioni nella prevenzione. Il Protocollo di intesa per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere, sottoscritto dalla Provincia autonoma di Trento con le principali autorità locali, costituisce un pilastro nell’azione congiunta per garantire protezione alle vittime e perseguire i responsabili. Inoltre, la rete di servizi finanziati dalla Provincia – dai Centri Antiviolenza (con le loro sedi a Trento, Rovereto, Cavalese, Cles e Riva del Garda), alle Case Rifugio, fino al Centro per Uomini Autori di Violenza – rappresenta un modello di intervento strutturato e multidisciplinare.
Dai dati più recenti emerge che nel 2023 le denunce per violenza di genere in Trentino sono state 477, con un incremento del 3% rispetto all’anno precedente, mentre i procedimenti di ammonimento sono diminuiti del 27,6%, a favore di un maggiore ricorso al Codice Rosso. Parallelamente, i servizi residenziali hanno accolto 91 donne, mentre 445 si sono rivolte ai centri non residenziali per ricevere supporto. Significativo anche l’aumento degli accessi ai Pronto soccorso per episodi di violenza, segno di una maggiore consapevolezza e volontà di denunciare.
Nell’illustrazione dedicata ai servizi antiviolenza e all’analisi dei dati, a cura di Laura Castegnaro, è stato incluso un approfondimento per territorio, secondo la suddivisione che tiene conto delle sei macroaree di riferimento delle Compagnie dei Carabinieri (Borgo Valsugana, Cles, Cavalese, Riva del Garda, Rovereto, Trento), e dunque con un focus sull’area di riferimento (il Basso Trentino) in cui si è tenuto l’incontro. Nell’ambito corrispondente alla compagnia dell’Arma di Rovereto (Vallagarina, città della Quercia, Altipiani cimbri) il numero totale di denunce e procedimenti di ammonimento nel 2023 registrate nel 2023 è pari a 87 denunce e 9 procedimenti di ammonimento. Con un’incidenza sulla popolazione femminile rispettivamente del 2,8 e dello 0,3 ogni 1.000 donne tra i 16 e i 64 anni. Poco meno di un centinaio gli accessi al Pronto soccorso di Rovereto di donne vittime di violenza, mentre risultano in aumento, dagli 11 del 2022 ai 23 del 2023, gli accessi al consultorio per violenza sessuale e maltrattamenti, sempre nella Città della Quercia.
L’educazione all’affettività, al rispetto e alla gestione delle emozioni, come è stato sottolineato nell’incontro, rappresenta uno strumento fondamentale per interrompere il ciclo della violenza. L’auspicio emerso dal confronto è che le istituzioni, la scuola e la comunità possano rafforzare il loro impegno comune, promuovendo percorsi di sensibilizzazione e prevenzione che partano dai più giovani. “Investire nella formazione e nella cultura del rispetto significa gettare le basi per un futuro in cui nessuna donna debba più subire violenza”, ha concluso il presidente Fugatti.
La serata si è chiusa con un messaggio condiviso dai presenti: la lotta alla violenza di genere è una responsabilità collettiva, che richiede un impegno costante e coordinato da parte di tutte le componenti della società.
L’evento si inserisce in un più ampio percorso di sensibilizzazione che vede nella sinergia tra istituzioni, associazioni e cittadini la chiave per un cambiamento culturale profondo e duraturo.
Immagini e service a cura dell’Ufficio stampa
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