Lunedì, 10 Febbraio 2025 - 15:44 Comunicato 286

Alla cerimonia del Giorno del Ricordo a Rovereto era presente anche il presidente Maurizio Fugatti
La conoscenza come mezzo per scongiurare l'oblio

"Conoscere a fondo la storia per evitare il ripetersi di eventi tragici". Così il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti nel corso della celebrazione del Giorno del Ricordo a Rovereto. Una cerimonia toccante alla quale il presidente ha portato il suo pensiero: "Sono passati 21 anni – ha affermato - da quando il Parlamento ha istituito il Giorno del Ricordo. Un passaggio significativo perché con quella legge si costituì un percorso istituzionale da dedicare alla conoscenza delle drammatiche vicende accadute sul confine orientale del nostro Paese. Una conoscenza storica indispensabile, per porre le basi al fine di dare riconoscimento a coloro che pagarono con la vita il loro essere italiani in un'area particolarmente tormentata, conoscenza che in questi anni è cresciuta e si è diffusa fortemente nella nostra comunità".
cerimonia del Giorno del Ricordo a Rovereto [ Archivio Ufficio Stampa PAT]

"Oggi ribadiamo con forza e coerenza l'impegno delle istituzioni – ha concluso Fugatti - perché interrogarsi su un capitolo di storia così increscioso e doloroso è un atto importante per riconoscere il grande sforzo portato avanti dai familiari e dagli esuli prima e dai loro figli poi – e voglio ringraziare in tal senso l'operato dell'associazione Venezia Giulia e Dalmazia Trento - per onorare la memoria delle vittime delle foibe e per far sì che questo episodio rimanga solo sui libri di storia".

In precedenza ha portato il saluto della città di Rovereto la sindaca Giulia Robol: "Siamo qui per ricordare l’esodo giuliano dalmata e commemorare le vittime delle Foibe - ha dichiarato - due tragici momenti della nostra storia che per troppo tempo sono stati dimenticati. È essenziale non farli cadere nell’oblio, ricordarli, poiché purtroppo non è la prima volta che famiglie intere sono costrette ad abbandonare la propria terra e le proprie radici. E come sempre, a pagare il prezzo più pesante sono le persone più fragili: gli anziani, i bambini, le donne. Le donne, in particolare, sono vittime mirate nei conflitti, lo vediamo anche in quelli in corso, non solo a causa della loro vulnerabilità fisica, ma anche e soprattutto per il significato simbolico e sociale, perché colpirle significa distruggere la dignità di un popolo. Anche il nostro territorio ha vissuto periodi di conflitto legati ai confini, ma siamo riusciti a costruire un modello di convivenza culturale e umana che va oltre la politica. Il compito di chi governa è quello di promuovere una cultura del dialogo e del rispetto reciproco, affinché la dignità di ogni persona venga sempre preservata. Solo così possiamo costruire un futuro di pace e di solidarietà. Ogni giorno l'impegno è di lavorare per costruire la pace, e la nostra città, che ne è portavoce, Rovereto Città della Pace, quest'anno, in occasione del centenario della Campana dei Caduti, simbolo di pace e fratellanza tra i popoli, vuole essere manifesto nel sensibilizzare le generazioni future sui temi legati alla convivenza pacifica, al dialogo e alla risoluzione non violenta dei conflitti".

Alla presenza del presidente dell'associazione Venezia Giulia e Dalmazia Trento Roberto De Bernardis, del viceprefetto aggiunto Vincenzo Russo, della procuratrice della Repubblica Orietta Canova e del profugo istriano Rino Girardelli in rappresentanza degli esuli, le celebrazioni si sono aperte con la messa nella chiesa di Santa Caterina officiata da don Marco Saiani e padre Nilo Trevisanato, i quali hanno ricordato la forza d'animo dei martiri istriani, degli esuli e dei loro discendenti, instancabili nel costruire un mondo contrassegnato dai valori della giustizia e della pace. Al termine della funzione è seguita la deposizione della corona alla lapide commemorativa in Largo Vittime delle Foibe.

Intervista e videoservice disponibili qui

(pt)


Immagini