"Oggi ribadiamo con forza e coerenza l'impegno delle istituzioni – ha concluso Fugatti - perché interrogarsi su un capitolo di storia così increscioso e doloroso è un atto importante per riconoscere il grande sforzo portato avanti dai familiari e dagli esuli prima e dai loro figli poi – e voglio ringraziare in tal senso l'operato dell'associazione Venezia Giulia e Dalmazia Trento - per onorare la memoria delle vittime delle foibe e per far sì che questo episodio rimanga solo sui libri di storia".
In precedenza ha portato il saluto della città di Rovereto la sindaca Giulia Robol: "Siamo qui per ricordare l’esodo giuliano dalmata e commemorare le vittime delle Foibe - ha dichiarato - due tragici momenti della nostra storia che per troppo tempo sono stati dimenticati. È essenziale non farli cadere nell’oblio, ricordarli, poiché purtroppo non è la prima volta che famiglie intere sono costrette ad abbandonare la propria terra e le proprie radici. E come sempre, a pagare il prezzo più pesante sono le persone più fragili: gli anziani, i bambini, le donne. Le donne, in particolare, sono vittime mirate nei conflitti, lo vediamo anche in quelli in corso, non solo a causa della loro vulnerabilità fisica, ma anche e soprattutto per il significato simbolico e sociale, perché colpirle significa distruggere la dignità di un popolo. Anche il nostro territorio ha vissuto periodi di conflitto legati ai confini, ma siamo riusciti a costruire un modello di convivenza culturale e umana che va oltre la politica. Il compito di chi governa è quello di promuovere una cultura del dialogo e del rispetto reciproco, affinché la dignità di ogni persona venga sempre preservata. Solo così possiamo costruire un futuro di pace e di solidarietà. Ogni giorno l'impegno è di lavorare per costruire la pace, e la nostra città, che ne è portavoce, Rovereto Città della Pace, quest'anno, in occasione del centenario della Campana dei Caduti, simbolo di pace e fratellanza tra i popoli, vuole essere manifesto nel sensibilizzare le generazioni future sui temi legati alla convivenza pacifica, al dialogo e alla risoluzione non violenta dei conflitti".
Alla presenza del presidente dell'associazione Venezia Giulia e Dalmazia Trento Roberto De Bernardis, del viceprefetto aggiunto Vincenzo Russo, della procuratrice della Repubblica Orietta Canova e del profugo istriano Rino Girardelli in rappresentanza degli esuli, le celebrazioni si sono aperte con la messa nella chiesa di Santa Caterina officiata da don Marco Saiani e padre Nilo Trevisanato, i quali hanno ricordato la forza d'animo dei martiri istriani, degli esuli e dei loro discendenti, instancabili nel costruire un mondo contrassegnato dai valori della giustizia e della pace. Al termine della funzione è seguita la deposizione della corona alla lapide commemorativa in Largo Vittime delle Foibe.
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