“L’origine dei primi contagi aveva forte caratterizzazione esterna, adesso con la crescita dei numeri riuscire ad identificare ogni contagio è oggettivamente complicato, ma la crescita è prevedibile anche sul nostro territorio” ha detto ancora Fugatti.
Il direttore generale dell’azienda sanitaria, Paolo Bordon, ha detto che la notizia positiva di oggi sulle guarigioni testimonia che si sta cominciando a vincere la sfida in corso in contrasto alla diffusione del virus.
Circa i due terzi delle persone risultate positive al tampone presentano sintomi di scarso o lieve rilievo, è stato notato, con alcuni che stanno subendo la malattia in modo del tutto asintomatico. Alcuni necessitano di ricovero: da rilevare che i casi critici, e cioè i ricoverati in terapia intensiva, non sono aumentati: si tratta dei tre casi già annunciati e attualmente in cura presso l’ospedale di Rovereto. Bordon ha anche mostrato alcuni dati sulla presenza di ricoveri per polmoniti rispetto agli anni scorsi nello stesso periodo: si tratta di una ventina di casi. Positivo il dato sulla diminuzione degli accessi al pronto soccorso, alle ore 13 di oggi ad esempio, la sala d’attesa del pronto soccorso dell’ospedale Santa Chiara di Trento era deserta, segno che i cittadini hanno seguito le indicazioni date.
Il responsabile del dipartimento protezione Civile, Raffaele De Col, ha ribadito la raccomandazione di limitare il contatto tra le persone e gli spostamenti. “I movimenti per motivi di lavoro, salute e necessità urgente sono consentiti”, ha detto, ricordando che i controlli delle forze dell’ordine saranno severi su spostamenti che tendono a mettere in connessione più persone e assembramenti di persone.
Per quanto riguarda i trasporti pubblici, il dirigente del servizio, Roberto Andreatta, ha sottolineato che la Giunta provinciale ha voluto cogliere il grido d’allarme degli operatori dei trasporti: per evitare il contatto ravvicinato con le persone è consentito agli utenti di salire a bordo di autobus e treni senza titolo di viaggio. Questo, chiaramente, non per incentivare la mobilità, ma per evitare il più possibile i contatti tra utenza e operatori.
Antonio Ferro, responsabile del Dipartimento prevenzione di Apss ha ricordato che attualmente sono in quarantena in Trentino 300 persone. “Cerchiamo di mettere in atto strategie per non bloccare l’attività lavorativa e le attività essenziali” ha detto. “Dobbiamo diminuire la circolazione delle persone, ma è necessario mantenere almeno le attività produttive in funzione, tenendo costantemente sotto controllo la situazione", ha detto infine.
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